Nella splendida cornice delle colline marchigiane si è svolto un congresso interamente dedicato alle cure termali. Con grande piacere ho ricevuto l’invito a relazionare sull’efficacia terapeutica delle cure idrobalneari nella psoriasi.
La psoriasi è una patologia cronica infiammatoria della cute e articolazioni che colpisce il 3% della popolazione. Si manifesta con chiazze eritemato-desquamative e le zone preferite sono i gomiti, le ginocchia, il cuoio capelluto e la zona sacro iliaca. Nonostante i numerosi presidi terapeutici, sia locali (tinture, creme e unguenti) che per via sistemica, le cure termali trovano spazio nelle terapie della psoriasi. Hanno una loro efficacia, permettono una sospensione dei trattamenti cronici con remissioni più lunghe. Le acque più efficaci sono le sulfuree e le bicarbonato calcio-magnesiache. La balneoterapia è la modalità più efficace per sfruttare gli effetti benefici delle acque termali, con bagni di circa 20 minuti magari facendo seguire gli stessi da esposizioni ai raggi ultravioletti B a banda stretta a dosi crescenti. L’azione terapeutica delle acque termali potrebbe essere la riduzione dell’espressione e della secrezione di citochine rilevanti nella patogenesi della psoriasi. Dopo 1-2 settimana di terapia il miglioramento è stimato intorno al 20% del quadro clinico. Purtroppo i benefici non sono a lungo termine.