Lesioni pigmentate possono essere localizzate in qualsiasi sede: cute e mucosa. Naturalmente il pigmento si “adeguerà” a quelle che sono le caratteristiche anatomiche della sede in questione. L’abilità del dermatologo dovrà essere quella di riconoscere il benigno e il maligno in queste sedi così diverse dagli standard di riferimento.
Ancora più complicata è la diagnostica delle lesioni delle mucose dove la povertà di elementi semeiologici dermoscopici non aiuta molto a caratterizzarle. Inoltre c’è un approccio difficoltoso, sia psicologico (genitali) sia di spazi (orale). Per queste lesioni (ma anche per quelle oculari) si preferiscono dermatoscopi non a contatto. Le lesioni pigmentate del cavo orale e delle labbra le patologie sono più diverse e presenti nel 5,7% della popolazione: melanosi, efelidi, Peutz Jeghers, tatuaggi da amalgama, pigmentazioni raziali e da farmaci, nevi, melanomi, piccoli stravasi emorragici, angiomi …
Dermoscopicamente le lesioni melanocitarie si caratterizzano con pigmentazione di fondo, pigmentazione disomogenea e linee pigmentate parallele. In questo contesto così aspecifico possono essere presenti altri elementi demoscopici caratteristici della cute (strie, globuli, reticolo, …..). Il melanoma del cavo orale rappresenta l’1% di tutti i melanomi e quello della lingua circa il 2% di tutti i melanomi del cavo orale.
Riccardo Bono